Fallavecchia e Ravellino. L'inizio e la fine. 2 cascine. LA prima tanto cresciuta da divenire un piccolo centro abitato, la seconda, una volta isolato centro di lavoro agricolo fra Parabiago e Busto Garolfo, oggi quasi disabitata. In mezzo, una trentina di chilometri e circa 2 anni. Di lavoro, di scoraggimento, di voglia di fare e di lasciar perdere, di fresa, di stucco e di saldatrice...E' da lì, da Fallavecchia che è arrivato 2 anni or sono quello che da pochi giorni è diventato il nostro nuovo palo.
Sarà in Bunju questa volta a raccontarci come è andata. A lui l'onore e il merito di averlo scovato e quindi di poter raccontare come nasce un nuovo palo, il nostro nuovo palo della cuccagna....
"E' fatta!!!!!
Finalmente dopo duro lavoro il ns palo, curato e coccolato come se fosse la
nostra amante più focosa-deliziosa e preziosa è pronto. Devo dire a nome di
tutta la squadra che siamo davvero molto orgogliosi del lavoro svolto, e vi
assicuro che non è stato poco. Già l'inizio non è stato dei più fotunati: il
palo è stato recuperato da una cascina di Fallavecchia e trasportato con un
bilico ai limiti di sagoma; già per caricarlo c'è voluto un trattore
provvisto di forche e il TIR, cercando di far manovra si è rifatto parte del
cassone (che era nuovo di pacca). Per scaricarlo lo abbiamo letteralmente
calciato giù dal camion e per trasportarlo in un posto dove potessimo
lavorarlo in pace ci sono voluti circa 10 ragazzi.... Era immenso e pesava
un'enormità... Ma non è mica finita: siccome il diametro era quello di un
Baobab africano dovevavo portarlo almeno a 20 cm, giusto per poter bloccare
in fase di salita; grazie al Tino Bressan che ci ha fornito un posizionatore
(un congegno che fornito di due ruote gommate che fanno girare i tubi per
poterli lavorare su tutta la circonferenza) e ad una pialla a rullo prestata
abbiamo dato il via alla tornitura del palo: un lavoro di sisifo che quando
finivi avevi segatura in bocca, fra i capelli, nella schiena e un fischio
assordante nelle orecchie.
Poi è stato il momento del nostro compagno di squadra Alberto Bressan (detto
la trivella per via delle sue attitudini coniugali) che ha progettato la
piastra e il modo di tenere in piedi un palo di 11 metri.... Sabato scorso
lo abbiamo trasportato fino al luogo deputato ai nostri esercizi ginnici (e