20 ottobre 2009 - A qualche giorno dall'intenso fine settimana ecco un breve riassunto di quanto successo in una delle due principali piazze lombarde nelle quali si è disputato l'assalto al palo; sto parlando della festa del Masigott, ad Erba, con la sua supercuccagna che per le Lepri rappresenta il palo di casa. La Strà ferà è riuscita ad esprimersi al meglio delle proprie possibilità: tanto sforzo non è stato però ripagato da una vittoria improbabile ma possibile! Torniamo a casa comunque contenti per la bella esperienza vissuta, l'ennesima di questa stagione assolutamente positiva (l'inverno si avvicina ed è normale incominciare a stilare i primi bilanci).
Fabio, il fante della squadra racconta così la sua domenica pomeriggio:
Fa freddo a Erba alle 5 del pomeriggio, quando ogni membro delle sei squadre è tenuto a firmare il regolamento del palo. Fa freddo, quando veniamo sorteggiati per primi e tirando fuori il fogliettino delle salite ci consoliamo pensando: "Ok, sappiamo cosa fare". Le altre squadre sembrano più rilassate, c'è chi dice di essere malaticcio, chi scherza indossando una parrucca inguardabile...
Appena il giudice si affaccia sul balcone che dà sulla piazza, noi siamo già pronti sotto al palo impazienti, quasi ad esortarlo a muoversi a dare inizio alla gara. Inizia la pulizia. Le squadre si alternano a togliere dal largo palo quel fastidioso grasso nero, reso ancor più appiccicoso dal freddo. Si va veloci, così il tentativo da 35 secondi e quello da 45 secondi passano in un lampo e ci si ritrova a pulire la seconda metà del palo.
Terzo tentativo da 55 secondi: "Si sale o si pulisce il settimo posto? Si era deciso che si puliva, impossibile salire col palo sporco in 55 secondi…". Consapevoli dei nostri limiti puliamo il settimo posto. Dopo la Strà Ferà le altre cinque squadre: la Mescola di Barni non fa meglio; I Rosen Garden di Palosco invece azzardano la salita, ma il palo è ancora troppo sporco e sono solo in 3 a scavalcare: niente da fare; i Malmessi di Lonato salgono senza raggiungere le altezze delle altre squadre; le Mezze Calzette di Erba, volenterose ragazze aiutate da qualche improbabile compagno/a, risalgono un paio di posizioni; infine le Lepri di Erba: sono loro i campioni in carica; squadra completa e forte in tutti i suoi membri, non sono difatti inferiori alle attese. Partono a spron battuto e nonostante qualche incertezza iniziale raggiungono la cima in 52 secondi! Impressionante la salita della lepre dal passamontagna rosso: l'Ibrahimovic della cuccagna. È sorprendente per la velocità e l'agilità con cui sale nonostante sia alto circa 2 metri.
La gente grida per i compaesani che per il quarto anno di fila vincono il palo della Sagra del Masigott. Niente da fare per noi. Il palo è perso, anzi, il palo è vinto alla grande dalle Lepri. A togliere qualsiasi rimorso per la non-salita al tentativo precedente, è la scalata a tempo libero che ci vede raggiungere la cima in meno di 60 secondi. Ma non basta neanche per il secondo posto: i Rosen Garden forti del Robertino (il Messi della Cuccagna) salgono in 49 secondi!
La gara è ormai finita, le posizioni delineate, ma c'è tempo per assistere ancora a due salite memorabili: I Malmessi di Lonato che, scavalcando alla vecchia maniera, raggiungono la cima a 15 metri e mezzo in solo due persone: eroici! E la scalata delle ragazze di Erba, aiutate dalle altre squadre: una di loro (massimo rispetto) sale fino alla penultima posizione, blocca (a 14 m!) e si fa scavalcare dal moroso, il Lorenzo delle Lepri, che raggiunge così la cima. Grandiosa. La piazza ormai in ombra, guarda con ammirazione quella strana coppia ancora illuminata dal sole.
Ricomincia a far freddo. La marea di gente che c'era durante il palo se ne va. Ci si lava alla fontanella in piazza con le persone che guardano e chiedono con insistenza: "Avete vinto voi il palo?", "No, hanno vinto le Lepri…Noo signora, siamo arrivati terzi…Nooo, ma l'anno prossimo vinciamo noi…Si sciura, l'abbiamo vinto noi, non si vede?"…rodendo un bel po'.
Con i piedi ghiacciati andiamo a farci una birra e salamella ma non basta a placare la fame: tentati dalla cucina non riusciamo a resistere ad un piatto di cossoeula con polenta e un tucalin da zola. Eccezionale.
Fabio – Strà Ferà
Concluderei l'articolo dicendo che, se è vero che il freddo l'ha fatta da padrone nel pre-gara, è altrettanto vero che il calore del pubblico presente è riuscito a scaldare cuori e muscoli degli atleti in gara: lassù, appollaiato a 15 metri da terra, guardando verso il basso ho visto una quantità di gente talmente esagerata da non riuscire quasi a credere ai miei occhi…che bello!
Stefano – Strà Ferà