23 luglio 2009 - Le foto della manifestazione disponibili su http://picasaweb.google.it/Fotografaldo/Ravello2009
23 luglio 2009 - Dal nostro inviato SKY sul campo di gara.
Molte volte nel corso della sua storia l'uomo ha sfidato il cielo. Cercando di toccarlo. Di farlo suo. Di avvicinarlo. C'è chi come Icaro aveva idee, ma mezzi sbagliati. E chi, invece di ali di cera, per staccarsi da terra utilizza un palo di legno e le sole proprie forze. Aggiunte a quelle dei compagni di squadra.
Tradizione antica. Nobile e popolare. Di quelle da salvaguardare dall'avanzare del tempo e del progresso. Il Palo della Cuccagna è tutto questo. Quello della "Madonna della neve" di Ravello è il più conosciuto e frequentato della zona. Almeno dai rugbisti di Parabiago, che anche quest'anno sono riusciti ad iscrivere una squadra alla kermesse. Nome del team "Il Palo ovale". Tanta volontà. Tanta inesperienza. Pochi allenamenti. Ma risultato incoraggiante. Il risultato minimo dei 6 metri raggiunto senza fatica. Quello dei 7 metri e mezzo solo sfiorato quando contava e infranto quando però l'asticella era salita a quote per ora non raggiungibili. Quote di 9 metri e 12 metri possibili per le altre squadre in gara. Gli "Elefanti Rosa" o "La Strà Ferà", squadra padrona di casa che al solito ha portato a casa il premio più importante con un tempo di valore assoluto stimato sotto i 50 secondi.
La serata è finita davanti a risotto e vino rosso. Con la consapevoplezza di aver reso il cielo un po' più vicino.
MORENO MOLLA
22 luglio 2009 - Come si fa a scrivere un’articolo su un palo a cui non si è partecipato? In effetti non sono il miglior candidato a raccontare come è andata e cosa è successo a Ravello in questa 5° edizione del Palo della Cuccagna. Ma forse riuscirò a raccontare le cose anche da un punto di vista un po’ diverso.
Come dicevamo non c’ero. Il lavoro, purtroppo mi ha portato lontano per un paio di settimane da casa, e proprio in un periodo ricco di appuntamenti della nostra estate di provincia milanese. 2 su tutti: i 5 giorni delle festa del rugby, per me un ricco antipasto delle ferie estive e chiusura ufficiale di ogni stagione agonistica, e la festa di Ravello. Quest’anno era la 5° edizione del Palo della Cuccagna, un appuntamento che anno dopo anno ha sempre riservato agli spettatori divertimento e ai partecipanti ha regalato tante emozioni e altrettanto divertimento.
Io questo palo l’ho vissuto in “differita”. Dai messaggi della mia ragazza e del Bungiu, dalle mail dei ragazzi del rugby che hanno partecipato alla cuccagna, dalle impressioni dei ragazzi degli Elefanti Rosa e dei BDV che ormai fanno gruppo fisso con noi in questi appuntamenti locali.. Sd ogni gara, ad ogni allenamento dimostrano tutti i loro progressi. Che sia arrivato anche per loro il momento di spiccare il volo?
Cosa raccontare a chi allora non c’è stato come me, ma non ha nemmeno potuto sapere come è andata? Che la gente si è divertita. E’ forse la risposta più semplice e più completa. Basta guardare le foto. Spettatori e partecipanti. Tutti. Per un’ora non erano a Ravello. Erano in vacanza. E quando si è in vacanza e ti trovi ad assistere o a essere coinvolto in qualcosa che ti diverte, il tempo scorre via velocissimo. E quando ti rivedi nelle foto ti sembra sempre di avere un sguardo ebete e un sorriso da cretino!
Uno potrebbe pensare che anno dopo anno le cose diventino più semplici, che l’organizzazione ormai rodata permetta di mettere in piedi l’evento con facilità e poco impegno. Ma non è così. Tutt’altro. Le squadre innanzitutto. Quest’anno la sParcol dopo il clamoroso esordio dello scorsa stagione non ha saputo ritrovare gli stimoli necessari per rimettersi in gioco. E così il loro posto è stato occupato dalla squadra del “Palo Ovale”. Tanti kg e tanti cm, la tecnica ancora da sgrezzare, ma la voglia di divertirsi ai massimi livelli. E poi la gara. La speranza di poter dare lo stesso spettacolo degli scorsi anni alla gente sempre numerosa che sia accalca a un metro dalla rete ormai pretende. Un occhio sempre al cielo, che in luglio spesso riserva improvviso e poco gradite sorprese, un altro all’orologio e l’orecchio teso al telefono. Fino a quando Ernesto non estrae l’ordine di salita, hai sempre paura che qualcosa possa saltare. Poi finalmente inizia il divertimento. E se riesci a evitare il grasso, beh allora, hai solo da goderti la tua ora di vacanza!
E poi il Bunju. Finalmente a testa in giù, fra i commenti esterrefatti dei concittadini. E qualcuno sembra già aver trovato un nuovo soprannome ai ragazzi della Strà Ferà:”Ki li…và k’in brai ki lì. A sa rampegham me i ratùni. Te da stà tentu. Sa te lasa verta la finestra, tà vegnan su dal balcon e tà vervan la cà. In tanmè i ratuni…
Questo palo io me lo sono potuto solo immaginare. Ma anche se ci fossi stato, scordatevi che vi avrei comunque raccontato tutto. Il bello è esserci!
Aldo, Strà Ferà
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Testa in giù: a momenti mi accoppo per staccarmi alla fine del palo.... Con grossa figura di cacca.... E risate generali degli spettatori!
RispondiEliminaMa si sa, anche questo è spettacolo!!!!
Bunju -Strà Ferà-
Moreno Molla, un "poeta e contadino".
RispondiEliminaIl Rugby team ha sempre donato un sacco di divertimento e spettacolo sportivo anche fuori dal campo, come al palo di Ravello.
Mi raccomando ragazzi: non mollate!
Bunju -Strà Ferà-
Bravo Aldo, un articolo scritto davvero con il cuore.
RispondiEliminaGrande Moreno, non ho parole.
Massimo rispetto per la squadra del rugby parabiago.
Stefano - Strà ferà
Sicuramente il palo di Ravello è il migliore perchè è stato il mio primo palo della cuccagna. come per la mia squadra. non vedo l'ora di rifarlo l'anno prossimo
RispondiEliminaRiky-Elefanti Rosa-