martedì 17 agosto 2010

Avercelo lungo aiuta...La storia dei 20 cm che cambiarono la serata della Strà Ferà..

Filago (BG) 25 giugno 2010.
 
Bloccare + alti per guadagnare 10 cm ciascuno o bloccare bassi per rendere + agevole lo scavalco al compagno ed essere così più veloci?
52 sec nel giro da 55 dicono che il tempo c’era. Quello che però mancava erano i 20 per toccare la bandierina. Solitaria, sventolava sulla cima, vicina tanto da illudere tutti noi alla base e penso anche gli spettatori e le altre squadre di esserci finalmente arrivati, tanto lontana da non farsi toccare nemmeno sacrificando alla causa la cervicale di Fano.
La cuccagna di Filago, luglio 2010. 3 anni fa il nostro esordio nel circuito “pro”. Lo scorso anno un 3° posto dietro a Fonte Prealpi e agli Sgurini per 1 solo bruciante secondo. Quest’anno…pochi centimetri.
 
Un sorteggio non fortunato che ci aveva messo in coda ai rossi di Villa d’Almè e ai cugini in tuta blu di una “mista-bergamasca”, estratti per primi. La maggior incertezza per i nostri rivali sono i ranghi ridotti. 4 persone a squadra. Il minimo sindacale. Quando si è in pochi le forze devono essere oculatamente dosate su tutte le salite. Non c’è il morto come a briscola chiamata o il sorbetto fra il primo e il secondo. Fino al fine non ci si alza da tavola dice la mamma. La cuccagna è pur sempre un palo di ricoperto di grasso chi è avvezzo alla disciplina sa bene quanto sia importante indovinare una tattica che ti possa portare a evitare il grasso pieno...Anche soli pochi centimetri scivolati sul grasso possono rendere la tuta talmente scivolosa da non permettere di reggere gli scavalchi dei compagni. E’ frustante sentirsi impotenti scivolare giù..a me è capitato spesso, credeteci.
Sorteggiati per 3° non possiamo che cercare di accelerare la gara. La speranza è di pulire una posizione che possa ingolosire gli avversari a provare la conquista della cima con un tempo “stretto”. Per contro sappiamo pure di avere di fronte 2 squadre a cui non manca nulla, a partire dall’esperienza e la capacità di leggere le gara.
 
Si arriva così fra turni di pulizia vari al giro da 45. Fonte Prealpi tenta la cima. Ma la stanchezza e il grasso quando ti si presentano di fronte assieme sono ossi duri da battere. Uno scavalco non impeccabile, qualche secondo in più del solito appesi al compagno e non bloccati al palo a scaricare peso, ed è così che a 2 posizioni dalla cima i favoriti della serata si trovano a percorrere in anticipatamente palo in direzione opposta a quella voluta, congelati ancora nella posizione dello scavalco, fra il brusio di sorpresa degli habitué.
 
Ci guardiamo in faccia. Sono solo 3 anni che facciamo cuccagne a questo livello ed è la prima volta che vediamo fallire i ragazzi di Almè nel giro “comandato”. Ci troviamo sinceramente un pò impreparati. A più di qualcuno la gara sembrava essere finita con il giro da 40 sec. E invece abbiamo un’altra occasione. L’occasione. Il calcio di rigore. 45 sec per coprire i 13,5 metri che ci separano dalla cima in 4. Per i nostri tempi attuali ci sentiamo un po’ tirati. Non possiamo però nemmeno aspettare un altro giro. Vediamo.. ci si può arrivare forse in 8? Siamo un po’ più alti di loro, blocchiamo un po’ più alti di loro, c’è sempre il collo di stefano su cui salire, la bandiera magari quest’anno è solo a 13, 40….via, si parte, le gambe e le braccia girano bene, io grido come un folle per spingerli su. A 42 Andrea dà prova di equilibrio a oltre 12 metri da terra imitando la + nota etoile della scala roberto bolle. E’ sulle punte, in equilibrio molesto sulla boccia di Fano, la cui cervicale lo sta per mandarlo all’altro mondo…io non grido più, esce solo aria dai polmoni, la voce è finita al primo scavalco di AB. Ma perché Andrea non la stacca quella c.zz..di bandierina rossa? gli si sarà mica accorciato il braccio??? grido: appenditi alle corde! salta!!! prendila, prendila!!! Coprendo la voce dello speaker che dice STOP!! 45… li vedo scendere, senza la bandierina. Rigore tirato sul palo…Delusione bestiale..
 
Riprende il giro. I secondi a disposizione stavolta sono 50. Poco dopo qualcuno con una tuta blu e una bandierina rossa e un vago accento della bergamasca ci si avvicina e ci dice: è come se lo aveste vinto voi stasera, bravissimi, veramente. Ma io continuo a guardare Andrea. E penso: caro il mio bancario pacia-nèbia. ce l’hai proprio corto…il braccio.
 
Aldo, Strà Ferà
 

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